Prepping & Survival

PREPPER E PROTEZIONE CIVILE

Negli ultimi anni e con l’imperversare dell’epidemia del COVID-19 si è visto sempre più l’aumento delle iscrizioni a siti e social prepper.

Ma realmente i prepper possono essere utili? E se si come?

Volendo avere un punto di vista istituzionale come la protezione civile, l’apporto che questo movimento può dare è da tenere in grande considerazione poiché potrebbe risultare un serbatoio di capacità e di conoscenze tali da poter incrementare il bagaglio operativo e formativo della PC.

Gran parte dei membri di queste community hanno bagagli culturali, competenze ed esperienze che possono contribuire attivamente all’opera di prevenzione che le istituzioni fanno, come ad esempio l’analisi del rischio che una data area geografica detiene per una più accurata stillazione dei piani di emergenza comunali, istruire la popolazione a come far fronte ad una emergenza di varia natura e che possa comportare carenza di beni e servizi di prima necessità, fare formazione con l’attivazione di corsi e briefing ad hoc su come organizzare scorte, come produrre da se un dato bene o servizio che in quel momento scarseggia etc.

Insomma la comunità prepper si presta attivamente a prevenire e soprattutto prepararsi a fronteggiare diverse situazioni più o meno probabili attivando delle procedure proprie o tal volta prese in prestito da altri paesi al fine ultimo di ridurre al minimo l’impatto negativo che l’emergenza comporta, non è inusuale infatti trovare tra le fila dei prepper appartenenti a PC, CRI, FFOO e FFAA poiché i modelli da seguire sono molto simili e tal volta rielaborati in un ottica che esce fuori dagli schemi convenzionali aprendo così una miriade di possibilità per il miglioramento delle procedure di emergenza.

Testo di Pasquale Lavino, presidente dell’Associazione Italiana Prepper OdV con cui collaboriamo a stretto contatto.

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