Rischio vulcanico: convivere con la forza del fuoco

I.S.R.A. OdV ETS Protezione Civile, ScenariRischio vulcanico: convivere con la forza del fuoco

I vulcani sono tra le manifestazioni più spettacolari e potenti della natura. Portatori di distruzione, ma anche di fertilità e paesaggi unici, rappresentano uno scenario di rischio di grande rilevanza per la protezione civile, soprattutto in Italia, dove alcuni dei vulcani più attivi d’Europa convivono a stretto contatto con aree densamente popolate.


I vulcani in Italia

Il nostro Paese è uno dei più vulcanici del continente. Alcuni vulcani sono considerati attivi o potenzialmente attivi e costituiscono una minaccia diretta per milioni di persone:

  • Vesuvio (Campania): uno dei vulcani più pericolosi al mondo per densità abitativa nelle zone circostanti.
  • Campi Flegrei (Campania): un’area vulcanica complessa, con fenomeni bradisismici e rischio di eruzioni esplosive.
  • Etna (Sicilia): il vulcano attivo più alto d’Europa, con eruzioni frequenti e ben monitorate.
  • Stromboli e Vulcano (Isole Eolie): noti per attività persistente e improvvisi episodi parossistici.

Oltre a questi, esistono altri apparati minori o quiescenti che richiedono attenzione.


Tipologie di eruzioni e conseguenze

Le eruzioni non sono tutte uguali:

  • Effusive: colate di lava relativamente lente, che distruggono infrastrutture e terreni ma permettono evacuazioni in tempo.
  • Esplosive: liberano enormi quantità di cenere, gas e frammenti incandescenti, con effetti devastanti su ampie aree.
  • Freatomagmatiche: generate dal contatto tra magma e acqua, molto violente e imprevedibili.

Gli effetti possono includere:

  • distruzione di abitazioni e infrastrutture,
  • contaminazione delle acque e dei terreni,
  • difficoltà respiratorie causate dalle ceneri,
  • interruzione di trasporti aerei e terrestri,
  • in casi estremi, perdita di vite umane.

Monitoraggio e sorveglianza

L’Italia dispone di un sistema di controllo tra i più avanzati al mondo, gestito dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Attraverso reti di sismografi, GPS, droni, analisi geochimiche e immagini satellitari, è possibile:

  • rilevare variazioni del terreno,
  • monitorare emissioni gassose,
  • studiare i movimenti magmatici,
  • prevedere l’evoluzione a breve termine di un’eruzione.

Questo monitoraggio costante consente di attivare piani di allerta graduati, fino all’evacuazione preventiva.


Piani di emergenza e ruolo dei cittadini

Nei territori a rischio vulcanico, i piani comunali di protezione civile stabiliscono:

  • le zone rosse (da evacuare in caso di eruzione imminente),
  • le zone gialle (a rischio caduta ceneri e lapilli),
  • i percorsi di evacuazione e le aree sicure.

Il cittadino deve conoscere questi piani e sapere in anticipo come comportarsi. Le esercitazioni periodiche servono a testare la capacità di risposta delle comunità e a ridurre il panico in caso di emergenza reale.


Prevenzione e resilienza

La prevenzione non significa solo sorvegliare i vulcani, ma anche costruire una cultura condivisa:

  • diffondere informazioni chiare e comprensibili,
  • formare la popolazione,
  • favorire comportamenti responsabili (non avvicinarsi alle aree vietate, seguire le indicazioni delle autorità).

In questo modo si crea resilienza, ossia la capacità di affrontare e superare eventi critici senza compromettere la vita delle comunità.


Conclusione

Il rischio vulcanico è unico perché unisce la forza distruttiva della natura con la bellezza e le opportunità che i vulcani offrono. Conoscere il fenomeno, rispettare le regole e partecipare attivamente alla cultura della protezione civile significa convivere in sicurezza con questi giganti di fuoco.

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